La casa 1 – Riflessioni sullo spazio
In questi giorni abbiamo avuto tanto tempo. Tempo per pensare, esplorare il nostro nuovo territorio e capire magari qualcosa in piú della vita. Abbiamo guardato la casa e poi ci siamo guardati allo specchio per capire che in fondo è la stesa cosa e che entrambi sono il nostro riflesso. Alcuni di noi in questo tempo sospeso hanno provato empatia per le altre vite e questo è un bene. Io per esempio ho capito che la quarantena non è uguale per tutti e certamente non è democratica. È differente per ognuno di noi e la qualitá dipende da quanti metri quadri avete a disposizione, se avete un balcone o se siete fra quei pochi fortunati che hanno a disposizione un giardino. Probabilmente vi sará venuto in mente come possa sentirsi un’animale in uno zoo ed avrete capito che é sbagliato costringere chiunque a misurare la qualitá della propria vita in relazione alla quantitá di spazio concesso. A differenza loro, la nostra situazione per fortuna é temporanea. Spero faremo tesoro di quest’esperienza e che quanto prima potremo uscire nuovamente all’aria aperta con piú consapevolezza.
Se proprio non possiamo uscire dobbiamo almeno virtualmente allargare i nostri confini. Il piú classico dei consigli é quello di aprire le pagine di un libro. Magari con la scusa potrete rimettere in ordine la libreria, buttare/regalare i vecchi libri e finire quelli iniziati. Uno particolarmente adatto all’argomento di oggi è Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò scritto dal matematico e scrittore inglese Charles Lutwidge Dodgson con lo pseudonimo di Lewis Carroll, come seguito de Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Se questo non fosse sufficiente, non potendo abbattere il muro per “conquistare” l’appartamento del vicino, dobbiamo ingegnarci con alcuni trucchi di prestigio ed altri presi in prestito dal teatro.
Specchi
Avere specchi alle pareti (o sui soffitti) è un modo semplice ed elegante per ampliare lo spazio ed aumentare l’illuminazione naturale. Gli antichi egizi per esempio usavano gli specchi per illuminare l’interno delle piramidi. Io stesso mi sono trovato ad usarli con grande efficacia quando ho progettato il ristorante Grottamarcello. In questo caso, trattandosi di un locale ipogeo (scavato nella roccia) gli specchi hanno permesso di eliminare la sensazione di clasustrofobia data dal non avere finestre. Come in quel caso, perché funzioni, abbiamo necessitá che lo specchio sia di grande formato (per esempio 1M x 2M) oppure che sia di forma rettangolare e disposto in verticale ad altezza degli occhi. Lo specchio va disposto nei luoghi piú vissuti della casa. Provate diverse configurazioni, cercate di portare in casa la luce o di riflettere il paesaggio circostante. La superficie riflettente deve essere disposta come se fosse una nuova finestra. Per un lavoro perfetto poi bisogna lavorare sulla cornice. Perché il trucco funzioni la cornice deve simulare il profilo di una finestra o di una porta. Avrete l’illusione di guardare fuori dalla finestra o in un ‘altra stanza. Provare per credere.
Se non avete a disposizione uno spechio di questo formato potete ordinarlo su internet o potete costruirne uno voi (Link, Link).
Provate e poi condividete qua il vostro risultato. Ricordate: per essere elegante non andrebbe abusato, ma siamo in quarantena, divertitevi :). A domani con altri consigli. Se hai altre domande o suggerimenti scrivi un commento o contattami in privato.
P.S.: Se vi siete chiesti di chi sia e cosa sia l’edificio in copertina, si tratta della Maraya Concert Hall, in Arabia Saudita, che prende il nome dal termine arabo maraya (letteralmente “specchio”) ed è stata progettata dallo studio italiano Giò Forma in collaborazione con Black Engineering Dwc-Llc per il festival Winter at Tantora. Un edificio sorprendente e coraggioso che gli stessi progettisti definiscono “un’opera architettonica di Land Art”.