Ti porto via con me #1
Mi son frugato a lungo nelle tasche e nell’anima. Come se non l’avessi. Deve esserci! Dov’è? Dove cazzo è?
La trovo! Come sempre. Sorrido e respiro. Mi calmo. La guardo. Respiro.
Ero sicuro di averla, qui, da qualche parte, questa Penna. La mia penna. La sua penna.
Mi fu regalata da lei, prima di andarsene.
Non ci siamo più visti da allora. Ogni tanto ci vediamo ancora.
Mi piace scriver(l)e, ne ho bisogno. Rallenta i miei pensieri e li costringe ad andare al ritmo calmo e indolente della mia mano così che io possa metterli in ordine. La prese da un antiquario, in un mercato di Parigi, vicino alla Torre di Londra, davanti ad un rigattiere su Ponte Vecchio. Stava in una scatola di noce, avvolta con carta di papiro e legato aveva un nastro nero di seta rossa. È unica, ha il corpo in radica con un filamento d’oro che ne percorre tutta la superficie risalendo dalla punta fino all’estremo opposto. Le fece cambiar l’inchiostro. Mise rosso magenta in memoria della battaglia. C’era una dedica, ma non la ricordo…… Scivola sulla carta e le parole inseguono i pensieri tanto che a volte scrivo prima ancora d’aver pensato, proprio come è successo adesso.
Non mi separerò mai da questa penna. La sento parte del mio corpo con la punta rivolta verso l’anima. Non la mia.
Ti piace?
Vedi l’incisione sul lato? È il nome dell’artigiano che la produsse. Winkellman. Credo fosse tedesco. Magari era un soldato. Andò ad abitare a Parigi dopo la guerra. Cambiò il suo nome per un pezzo di pane. È morto! Sto scherzando, morirà domani.
È unica, sai? Ti piace?
Puoi tenerla, ne ho un’altra!
È un bellissimo racconto. Bravo Giò 🙂
Davvero molto bello 🙂